Prospettiva Olmi

Prospettiva Olmi
La prima azione di FIC x BGBS2023, il progetto alla (ri)scoperta dei tesori nascosti nelle due città e nei territori circostanti attraverso il cinema e i suoi protagonisti

La prima azione (di sei) di Colpire al cuore si chiama Prospettiva Olmi e abbiamo il piacere di inaugurarla all’interno di BFM 41, per poi proseguire in territorio bresciano, al Filmfestival del Garda (26 maggio-2 giugno) e tornare a Bergamo in occasione del “Premio Ermanno Olmi” a dicembre.

Prospettiva Olmi è una retrospettiva omaggio dedicata al grande Maestro, con tre focus speciali e proiezioni in itinere tra location olmiane e non, panel con ospiti e critici cinematografici. Il focus in BFM 41 propone due film di Olmi, Un certo giorno (1969) e I recuperanti (1970), più il mediometraggio d’esordio di Giorgio Diritti, Quasi un anno (1992), coprodotto da Ipotesi Cinema, la scuola-laboratorio fondata da Ermanno Olmi. Il coinvolgimento di Giorgio Diritti – peraltro già vincitore di Bergamo Film Meeting nel 2006 con Il vento fa il suo giro – ci è parso suggestivo per legare la sua esperienza di regista esordiente a quella fucina creativa (Ipotesi Cinema) da cui hanno preso le mosse diversi registi italiani, tra la seconda metà degli ’80 e i primi ’90.
Quasi un anno è un film per la TV della durata di 71’, girato con tecnologia digitale, che racconta una sghemba storia d’amore interpretata da non attori professionisti e ambientata nella pianura piacentina attraversata dal Po (vero e proprio personaggio aggiunto della vicenda), tra un protagonista maschile sognatore e – secondo i parametri della cosiddetta normalità – inconcludente, e una ragazza incontrata per caso sulla riva del fiume in un caldo pomeriggio estivo.

Evento speciale BFM 41: panel con Giorgio Diritti, introdotto e condotto da Lorenzo Donghi (ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia, dove insegna Storia e critica del cinema e Cinema espanso), per raccontare della sua esperienza nel gruppo-laboratorio di Ipotesi Cinema e del lavoro da cui è uscito Quasi un anno: il progetto e le modalità di lavoro che hanno portato alla sua produzione e realizzazione, ma anche un modo per parlare del segno lasciato da Olmi.

Un certo giorno
di Ermanno Olmi
Italia, 1969, 104′

Sabato 18 marzo ore 9.00
AUDITORIUM

In seguito all’infarto che ha costretto il consigliere delegato di un’agenzia pubblicitaria a mettersi a riposo, Bruno si vede aperta la strada alla promozione. Nello stesso periodo, intreccia una relazione con una giovane intervistatrice. Convocato a Francoforte dai dirigenti della sede centrale, sulla via dell’aeroporto, Bruno investe un ciclista, che di lì a poco morirà in ospedale. Il suo avvocato sistema tutto, ma l’episodio lo sconvolge profondamente. Bruno intraprende un serio esame di coscienza, che lo porta a riavvicinarsi alla moglie e a ridimensionare le sue ambizioni di carriera.

Il protagonista di Un certo giorno è meno un uomo, meno un personaggio, che l’interprete coatto e sostanzialmente impartecipe della condizione umana. La banalità e la stanchezza dei suoi gesti, la loro incapacità di connettersi l’uno all’altro e di significare sono funzionali al racconto e rigorosamente pregnanti. Le situazioni sono sfuocate e funzionali nella misura in cui non si dà alcun rapporto autentico fra una realtà mercificata e l’uomo che è complice e vittima della mercificazione. Il protagonista del film, dirigente di un’azienda pubblicitaria, non riesce a vedere al di là del falso orizzonte che egli stesso ha contribuito a creare. La possibilità di venire promosso al posto del suo superiore, costretto a casa da un infarto, si presenta ai suoi occhi nell’aspetto meccanicamente simbolico e mistificato di una speranza di vita. I suoi rapporti con la moglie e la figlia sono devastati e devitalizzati dalle stesse scariche di aggressività artificiale che condizionano il suo comportamento aziendale e costituiscono, nello stesso tempo, l’oggetto della sua attività pseudo creativa. Anche le sue vicende extraconiugali recano lo stesso segno di anestesia, di non appartenenza.

(Giovanni Raboni, Un certo giorno, «Letture», anno XXIV, n. 5, maggio 1969)

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I recuperanti
di Ermanno Olmi
Italia, 1970, 97’ 

venerdì 17 marzo ore 11.15
AUDITORIUM

Gianni, giovane reduce dalla campagna di Russia, è appena tornato a casa sua sull’Altopiano di Asiago e pensa di sposare la sua fidanzata Elsa, ma non ha abbastanza soldi per mettere su casa. Si unisce quindi al vecchio Du, che intende arrampicarsi sui luoghi delle battaglie nella Grande guerra per recuperare il materiale bellico lì rimasto. È un mestiere faticoso, e anche pericoloso: fra i vari residuati metallici c’è spesso dell’esplosivo, e altri recuperanti ci rimettono la vita. Gianni decide di seguire il consiglio di Elsa, e lascia il vecchio Du per un lavoro più sicuro.

 

Il metodo di Olmi, la tecnica della sua esposizione narrativa, raggiunge un nuovo livello di raffinatezza nella fusione di motivi visivi e tematici in Un certo giorno, pur restando fedele alla sua forma caratteristica. Tale complessità stilistica non è presente nel più recente film di Olmi, I recuperanti, fatto per la televisione, per quanto dal punto di vista tematico esso non si discosti dalla produzione di Olmi, rifacendosi per certi versi alla circostanza drammatica di Il tempo si è fermato (l’incontro tra un uomo più vecchio e uno più giovane). Ma il concetto di “comunione con la natura” è qui espresso in maniera esplicita, venendo il concetto di lavoro a collocarsi direttamente entro l’ambiente naturale. Tematicamente, I recuperanti è la summa dell’opera di Olmi, nel suo esame dei complessi rapporti tra l’uomo, il lavoro, l’ambiente naturale e la responsabilità individuale rispetto alla natura qualitativa di tale rapporto. Il presupposto formale del distacco del protagonista, del suo isolamento dal mondo abituale (distacco sia mentale che fisico) è presente come nei primi film, e fornisce la necessaria “alienazione” perché l’uomo raggiunga una nuova e vitale comprensione della propria esistenza.

(Martin Walsh, Ermanno Olmi. The Ethic of Individual Responsability, «Monogram», Vol. I, No. 2, estate 1978)

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Quasi un anno
di Giorgio Diritti
Italia, 1992, 71’

Giovedì 16 marzo ore 10.45
AUDITORIUM
Ingresso libero, senza prenotazione

Pino è un attore che vive ritirato nell’Oltrepò. Passa le sue giornate scrivendo, o andandosene in giro nei dintorni, scambiando due chiacchiere con i negozianti, gli anziani del bar, gli avventori delle balere, gente incontrata in giro, e riprendendo persone, luoghi e situazioni varie con la sua videocamera. Un giorno, durante l’estate, in riva al Po attacca bottone con Rita. I due prendono a frequentarsi, ma il vivere alla giornata di Pino, nonché una certa sua propensione al bere, ben presto fanno allontanare la ragazza. Arriva l’autunno, poi l’inverno. Pino e Rita si incontrano per caso, ma ormai è tutto finito.

Cosa non è Ipotesi Cinema. Ipotesi Cinema non è una scuola. O, almeno, non lo è in senso tradizionale. Non si effettuano corsi, non vi sono materie di insegnamento. Non ci sono allievi e, tantomeno, insegnanti. Non si rilascia nessun attestato di frequenza. Non si consegue nessun brevetto, nessun diploma. Per essere ammessi non è richiesto nessun titolo. Non c’è da superare nessun esame, nessuna selezione preventiva. La frequenza non è programmata ma in funzione, di volta in volta, delle necessità. È libera e (ce lo auguriamo!) illimitata nel tempo. Le porte sono sempre aperte, sia per entrare che per uscire.

Cosa è Ipotesi Cinema. Ipotesi Cinema è un gruppo di cineasti. Eterogeneo per età, esperienza, capacità, idee, linguaggio, stile. Omogeneo per anticonformismo, rifiuto del falso, dello stereotipo, per curiosità e rispetto della realtà come essa è, per desiderio di originalità, autenticità, novità. Da questa “eterogeneità-omogeneità” scaturisce la “dinamica formativa” di Ipotesi Cinema, Dallo scambio, il confronto e la verifica delle proprie idee e delle proprie esperienze, in un percorso comune. La pratica di un’attività in collettivo ma nel rispetto più totale delle singole individualità. Per intenderci: lavoro “in” gruppo e non “di” gruppo.

(Lettera ai candidati per “Ipotesi Cinema”)

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Panel con il regista Giorgio Diritti

Giovedì 16 marzo ore 12.15
SALA GALMOZZI
Ingresso libero, senza prenotazione

Evento speciale in occasione di BFM 41
Incontro con il regista Giorgio Diritti, introdotto e condotto da Lorenzo Donghi (ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Pavia, dove insegna Storia e critica del cinema e Cinema espanso).

Giorgio Diritti (Bologna, 1959), peraltro già vincitore di Bergamo Film Meeting nel 2006 con “Il vento fa il suo giro”, firma il suo esordio alla regia nel 1992 con un mediometraggio per la TV (“Quasi un anno”) prodotto da Ipotesi Cinema, la scuola-laboratorio fondata a Bassano del Grappa dieci anni prima da Ermanno Olmi e Paolo Valmarana. Dalla stessa scuola prenderanno le mosse diversi registi italiani tra la seconda metà degli ’80 e i primi ’90, che scelgono di mettere l’accento su un nuovo modo di fare cinema. La testimonianza di Diritti, che racconta delle modalità di lavoro che hanno portato alla produzione e alla realizzazione del film, diventa un modo per parlare del segno lasciato da Olmi nella sua filmografia.

Per Capitale Italiana della Cultura 2023, FIC – Federazione Italiana Cineforum è partner di AM!

L’Associazione Abbonamento Musei propone la tessera AM come strumento privilegiato per la partecipazione agli eventi del 2023, con particolare attenzione al pubblico residente e al pubblico di prossimità, obiettivo condiviso con FIC – Federazione Italiana Cineforum. AM sarà l’occasione per questo pubblico di accedere in maniera organica all’offerta culturale del 2023, integrando l’offerta museale con quella dello spettacolo dal vivo e degli eventi. AM diventa così un pass per conoscere e vivere gli eventi in programma.

Sei un abbonato a Cineforum Rivista o un tesserato di un circolo aderente alla FIC? Per te uno sconto dedicato di 5 euro sull’acquisto della tessera Abbonamento Musei Lombardia Valle D’Aosta (40 euro anziché 45 euro)*. Con la tessera accedi a tutti gli eventi del progetto “Cinema al cuore” e accumuli punti loyalty! Come? Basta inquadrare il QR code “Cinema al cuore” all’ingresso di ogni evento (biglietterie o punti di validazione). L’acquisto della tessera AM non è vincolante per l’accesso agli eventi di “Cinema al cuore”, ma se scarichi l’app e inquadri il QR code ad ogni accesso, puoi raccogliere punti e ottenere benefit! Tra i premi della campagna loyalty AM, FIC mette in palio 35 abbonamenti in formato digitale .pdf (valore 24 euro/cad.) e 15 abbonamenti cartacei (valore 40 euro/cad.).

*La tessera consente l’ingresso libero ogni volta che lo si desidera, per 365 giorni dalla data di acquisto, ai siti culturali aderenti al progetto (musei, siti archeologici, ville, giardini e castelli, collezioni permanenti e temporanee, e alle mostre in essi allestite). Basta quindi presentare la tessera alla biglietteria del museo per ottenere il titolo di entrata gratuito.