
di Roberto Manassero
Larisa Šepit’ko, morta tragicamente a soli 41 anni nel 1979, è una delle grandi cineaste non celebrate della storia del cinema. Ucraina di nascita, sovietica di formazione, diresse appena quattro film per il cinema, uno per la tv e alcuni episodi di film collettivi. Con il suo ultimo lavoro, L’ascesa (1977), vinse l’Orso d’oro a Berlino: in una storia di sopravvivenza durante la Grande guerra patriottica, il film riassumeva la condizione umana sotto il regime sovietico, lo scontro lacerante tra singolo e collettivo, materiale e spirituale. Il suo cinema era simbolico, intimista, radicale: all’epoca venne celebrato, oggi è stato finalmente riscoperto.
Roberto Manassero, critico cinematografico e giornalista, è selezionatore per la Settimana Internazionale della Critica della Mostra di Venezia e del Festival dei popoli di Firenze. Membro del comitato di redazione e redattore di Cineforum, collabora con FilmTV e MyMovies e con Il dizionario dei film Il Mereghetti. Ha pubblicato monografie di Alfred Hitchcock, Paul Thomas Anderson e il melodramma hollywoodiano.
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