In occasione di BGBS2023, un progetto alla (ri)scoperta dei tesori nascosti nelle due città e nei territori circostanti attraverso il cinema e i suoi protagonisti
Intro

Bergamo e Brescia sono città ricchissime di storia e di patrimonio; lo stesso vale per i territori che compongono lo spazio urbano e rurale delle province delle due città: le valli, i laghi, le pianure, nonché il sostrato di relazione da un punto di vista più strettamente sociologico (il rapporto città-campagna, industrializzazione-ambiente agricolo). Il progetto si propone di lavorare alla valorizzazione e alla (ri)scoperta dei tesori nascosti nelle due città e nei territori circostanti attraverso il cinema e i suoi protagonisti, coniugandoli alla musica, all’arte, al vino, al piacere della convivialità unitamente all’acquisizione di nuove conoscenze, atto a favorire un percorso lento e sostenibile. Il fine è quello di trasformare questa scoperta in una duratura risorsa economica e sociale, capace di creare i presupposti necessari e le competenze per mantenere nel tempo questo patrimonio.
Il progetto qui proposto parte da una suggestione, da un’immagine netta e indelebile: Bergamo invernale e brumosa, con i Propilei di Porta Nuova come sfondo dell’abbraccio tra un padre e un figlio in Colpire al cuore (1983) di Gianni Amelio. Quindi: i luoghi, chi li vive, il tempo che passa, il succedersi delle generazioni, l’eredità umana e culturale che si tramanda. Da qui la scelta del titolo: Cinema al cuore. Passato e presente di due città in cinema.
Per Capitale della Cultura 2023 FIC immagina un’offerta di eventi ricca e articolata che, idealmente, arrivi a tracciare un ponte tra le due città capoluogo, fino al lago di Garda passando per la Franciacorta, per arrivare a raggiungere anche la Bassa bergamasca e la prima Valle Brembana. Tutte le attività del progetto sono previste in modalità di accesso gratuita e si snodano in 6 azioni di contenuto:
1) Prospettiva Olmi: retrospettiva omaggio in itinere dedicata a Ermanno Olmi, panel con ospiti e critici cinematografici, tre momenti in cui accendere i riflettori: BFM41 (11-19 marzo), Filmfestival del Garda (26 maggio-2 giugno), “Premio Olmi” (dicembre);
2) Donizetti e la Bergamo del Bel Canto: rassegna a tema Melodramma, dedicata al maestro Gaetano Donizetti nel 175° anniversario della scomparsa, ad accompagnare la mostra di Fondazione Accademia Carrara “Tutta in voi la luce mia” (28 settembre 2023 – 14 gennaio 2024);
3) Bergamo gotica e San Pellegrino liberty: ciclo di proiezioni estive tra Città Alta e il Grand Hotel di San Pellegrino;
4) Cinema (di)vino: rassegna estiva in itinere con film e incontri con ospiti e critici cinematografici per un percorso di “degustazione” tra cinema e vino;
5) Le città illuminate dal cinema, il numero speciale di Cineforum Rivista (in distribuzione a ottobre 2023);
6) convegno studi “Bergamo e Brescia: le città illuminate dal cinema” (Bergamo, 29-30 settembre 2023).
Contesto

Provincie ad alta vocazione industriale, i territori di Bergamo e Brescia contengono realtà imprenditoriali e lavorative tutt’ora attive, e siti dismessi, che di tanto in tanto hanno incrociato il loro cammino con quello del cinema, che ne ha saputo individuare, interpretare e rappresentare sullo schermo anche i luoghi. Un paio di esempi sono Il tempo si è fermato (1958) di Ermanno Olmi, storia di due custodi di una diga idroelettrica sull’Adamello, e Napoletani a Milano (1953) di Eduardo De Filippo, commedia “sociale” semiseria sull’emigrazione interna e la ricerca di una casa e di un lavoro, le cui scene di fabbrica furono girate negli stabilimenti Dalmine, oggi Tenaris. Altro esempio è Crespi d’Adda, ex sito dell’industria tessile, finora poco utilizzato dal cinema (18 regali di Francesco Amato, con Vittoria Puccini, e Guida romantica a posti perduti di Giorgia Farina, con Clive Owen, entrambi del 2020), anche se Dario Argento volle il Cimitero Monumentale di Crespi in una scena di Profondo rosso (1975).
Anche i luoghi dell’agricoltura bergamasca e bresciana sono stati spesso frequentati dal cinema. Oltre al celeberrimo esempio di L’albero degli zoccoli di Olmi (girato in un cascinale di Palosco, nella Bassa bergamasca, Palma d’oro a Cannes nel 1978), ricordiamo Il mondo degli ultimi (1980) di Gian Butturini, sulle lotte contadine del dopoguerra nel Bresciano (girato a Villachiara, in provincia di Brescia) e il documentario L’ultimo bergamino (2020) di Luigi Giuliano Ceccarelli, sulla transumanza delle mandrie dalla Valle Imagna alla Bassa.
La Bergamasca e il Bresciano sono inoltre ricchissimi di siti d’arte. La regista Elisabetta Sgarbi, recentemente, ha girato con la consueta attenzione e sensibilità tre documentari su altrettanti siti artistici della Valle Camonica: L’ultima salita. La Via Crucis di Beniamino Simoni a Cerveno (2009), Dimenticare Tiziano – Girolamo Romanino a Pisogne (2010) e La lingua dei furfanti – Romanino in Valle Camonica (2016).
A un panorama di luoghi così ricco e variegato – i luoghi dell’agricoltura e dell’industria, che testimoniano di un modo di pensare e vivere il lavoro schietto, intraprendente, positivo, spesso ostinato e a volte venato di fatalismo, e di un’ispirazione artistica fra le più ricche e interessanti al mondo – FIC dedica una rassegna di eventi, con proiezioni, presentazioni, ospiti, incontri, conferenze, visite in loco, degustazioni delle eccellenze enogastronomiche tra i territori delle due città “Capitale della Cultura”: per non dimenticare le nostre radici e come auspicio per un futuro di affermazione e rinascita, dopo i mesi bui dell’emergenza Covid-19.
Dettaglio delle azioni
1. Prospettiva Olmi. Retrospettiva omaggio a Ermanno Olmi
La città dei tesori nascosti
La città natura
La città che inventa
Città e campagna, industrializzazione e agricoltura, urbanizzazione e natura. E i tempi, le aspirazioni, i rapporti, profondamente differenti nei due contesti. Su queste coppie di antinomie si muove la Lombardia, non solo nell’accentramento urbano e industriale che si è sviluppato intorno a Milano, ma anche negli altri contesti, come l’area che comprende Bergamo e Brescia, fino al lago di Garda e con le valli e le montagne circostanti. Un mondo fatto di mutazioni e contrasti che, nonostante il suo enorme interesse dal punto di vista economico, sociale e culturale ai fini di una narrazione dei mutamenti antropologici del nostro Paese, non è stato descritto a dovere dal cinema, specchio visibile di una società che cambia. Nonostante la Lombardia sia la regione trainante l’Italia, il cinema l’ha raccontata poco, limitandosi per lo più a Milano, intesa come polo attrattivo dell’emigrazione e, con il passar degli anni, centro propulsivo dell’autunno caldo, della moda, dell’alienazione. Naturalmente ci sono state le eccezioni, autori che hanno messo al centro del loro sguardo e della loro poetica proprio soggetti ed elementi chiave del patrimonio umano e geografico lombardo. Su tutti, un vero e proprio maestro del cinema: Ermanno Olmi, originario di Bergamo, cresciuto a Treviglio, esordiente nel cortometraggio industriale all’inizio degli anni ‘50 e nel lungometraggio alla fine del decennio; fin dal suo secondo film, Il posto (1961), Olmi è uno dei giovani autori più apprezzati delle nouvelles vagues mondiali. Non solo il narratore dell’epopea contadina della famiglia di Palosco, nella campagna bergamasca, di L’albero degli zoccoli (Palma d’oro a Cannes nel 1978), parlato in dialetto bergamasco, o dell’avventura umana e spirituale di Papa Giovanni XXIII, in E venne un uomo (1965), ma anche un acuto osservatore delle conseguenze psicologiche del passaggio dalla provincia alla città e, soprattutto nei cortometraggi industriali, un vero e proprio “cantore”, a volte critico a volte ammirato, del progresso industriale. Una retrospettiva dedicata a Ermanno Olmi non è solo l’omaggio a uno dei più importanti cineasti italiani, ma è soprattutto il compendio ideale dell’equilibrio (o squilibrio) tra l’anima urbana e industrializzata e quella contadina (o provinciale) e spesso destabilizzata che caratterizza lo sviluppo economico dell’area geografica Bergamo-Brescia (con inevitabili richiami a Milano).
Retrospettiva omaggio dedicata a Ermanno Olmi, panel con ospiti, testimonial e critici cinematografici, con tre focus (BFM 41; Filmfestival del Garda; Premio Ermanno Olmi) e proiezioni in itinere tra location olmiane e non.
2. Donizetti e la Bergamo del Bel Canto
La città dei tesori nascosti
Gaetano Donizetti (Bergamo, 1797 – Bergamo, 1848), maestro indiscusso del Melodramma italiano, di cui nel 2023 ricorre il 175° anniversario della scomparsa, è senz’altro una delle glorie cittadine più celebri in tutto il mondo. Accostato da interpreti di diverso ed eccelso valore come Maria Callas o Renata Tebaldi come cantanti, o direttori come Arturo Toscanini, che ne fecero parte integrante e importante dei loro repertori, l’autore bergamasco ha spesso ispirato il mondo del cinema (forse anche più di quanto ci si possa immaginare). Diverse sono le trasposizioni dalle sue opere, come Lucia di Lammermoor (1946) di Piero Ballerini e L’elisir d’amore (1947) di Mario Costa, a cui si aggiungono almeno tre biografie filmiche: Il cavaliere del sogno (1948) di Camillo Mastrocinque, con Amedeo Nazzari, che dà un ritratto energico, e allo stesso tempo tormentato, del musicista; Casa Ricordi (1954) di Carmine Gallone, con Marcello Mastroianni, particolarmente distinto e sornione; il più recente film TV La famiglia Ricordi (1995) di Mauro Bolognini, con Alessandro Gassmann. Elegante ed energica, di grande ispirazione drammatica, ma che spazia fra diversi registri (lirico, malinconico, ma anche comico e popolaresco, di grande profondità psicologica e umana), la musica di Gaetano Donizetti è stata spesso usata, in brani, come commento musicale per arricchire di pathos, o di ironia, scene di film appartenenti a generi ben lontani tra loro, dal drammatico (Bellissima di Luchino Visconti, Match Point di Woody Allen) alla commedia di costume (Divorzio all’italiana di Pietro Germi), dal thriller (Cape Fear di Martin Scorsese) alla fantascienza (Il quinto elemento di Luc Besson). Una musica, quella di Donizetti, che ha saputo attraversare il tempo, la cui presenza è ancora vivissima in mezzo a noi. Se Donizetti è una figura di fama mondiale, forse meno conosciuto – se non agli appassionati di opera lirica – è Antonio Ghislanzoni (Lecco, 1824 – Caprino Bergamasco, 1893). Poeta e scrittore nell’ambito della Scapigliatura, fu anche librettista, tra gli altri, per Giuseppe Verdi. Per lui Ghislanzoni scrisse i versi di Aida (1871) e collaborò alla revisione dei testi di La forza del destino (1862) e Don Carlo (1867). A riprova del particolare legame che Bergamo ha avuto e ha tutt’ora con la musica (lirica, soprattutto), in ambito cinematografico, citiamo un altro film mai distribuito in Italia: One Night with You (1948) di Terence Young (futuro regista di tre James Bond dell’era Connery); qui Piazza Vecchia è il set per una sognante romanza notturna cantata dal tenore Nino Martini.
Rassegna a tema Melodramma, dedicata al maestro Gaetano Donizetti nel 175° anniversario della scomparsa, ad accompagnare la mostra di Fondazione Accademia Carrara “Tutta in voi la luce mia” (28 settembre 2023 – 14 gennaio 2024)
3. Bergamo gotica e San Pellegrino liberty
La città dei tesori nascosti
Bergamo e Città Alta, oltre alla provincia, sono state spesso set privilegiato per diversi film (per citarne alcuni famosissimi: Una farfalla con le ali insanguinate, 1971, di Duccio Tessari; Colpire al cuore, 1983, di Gianni Amelio; Chiamami col tuo nome, 2017, di Luca Guadagnino). Città Alta, in particolare, con le sue peculiarità architettonico-urbanistiche e i suggestivi giochi di luci e di ombre, al passare delle ore, ha spesso offerto il set per film – forse insospettabilmente – anche di genere horror. I due esempi più significativi sono William Wilson, episodio diretto da Louis Malle per il collettivo Tre passi nel delirio (1968), tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, nel quale Alain Delon duella con il suo doppio fra le arcate del Palazzo della Ragione e Piazza Vecchia, e Frankenstein – Oltre le frontiere del tempo (1990) di Roger Corman, in cui molte location di Città Alta fanno da sfondo a una inedita e originale rilettura in chiave horror-fantascientifica del capolavoro di Mary Shelley. Differente atmosfera, invece, per il Grand Hotel San Pellegrino. La maestosa architettura, i fastosi arredi in stile liberty, con la loro aria di elegante dismissione, si sono prestati efficacemente per almeno tre produzioni di rilievo: Giulietta degli spiriti (1965) di Fellini, Primo amore (1978) di Risi, Le due vite di Mattia Pascal (1985) di Monicelli.
Ciclo di proiezioni nella prestigiosa prestigiosa cornice di Palazzo e Giardini Moroni, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano a Bergamo, pensate per il calendario estivo (luglio-settembre 2023): per sei serate sarà possibile partecipare all’evento Pellicole d’autore en plein air. Visite al tramonto e Cinema in Giardino.
4. Cinema (di)vino. Come il cinema e il vino raccontano il territorio e la vita
La città natura – La città che inventa
Una rassegna di documentari, film di finzione, incontri con critici cinematografici e protagonisti del mondo enologico per un percorso di “degustazione” tra cinema e vino, alla scoperta di analogie e differenze tra il nostro territorio e il panorama internazionale (più una piccola finestra con 2 film di Olmi, a compendio di “Prospettiva Olmi”). Per ciascun film, un abbinamento enologico, talvolta esplicito talvolta evocativo, proposto da una cantina del territorio Bg-Bs: un invito al turismo lento e alla filiera corta, accompagnato da proiezioni, incontri con i protagonisti e degustazioni delle eccellenze vitivinicole ed enogastronomiche del territorio. Una proposta che si inserisce perfettamente nel Cammino Bergamo-Brescia, a unire le città (come due stazioni di partenza e arrivo) e a favorire la scoperta dei luoghi che, nel mezzo, producono e tramandano competenze e “saper fare”.
Il cinema ha spesso incrociato il mondo del vino, in un reciproco abbraccio appassionato. Sono tantissimi i registi e gli attori (ma in generale i personaggi del mondo dello spettacolo) che hanno deciso di investire nel settore vinicolo, cimentandosi con successo nell’arte della produzione di vino in Italia e in giro per il mondo, spesso legando il proprio nome a una cantina. In Italia, è il caso di Lina Wertmulller (che produceva bollicine proprio qui, nella nostra Franciacorta) e Gianmarco Tognazzi (che con la sua Tognazzi Amata, a Velletri, rende omaggio al padre e ad Amici miei con i vini Tapioco, Come se fosse, Antani, Conte Mascetti). E tantissimi altri tra la California, la Francia, l’Australia e la Nuova Zelanda: Francis Ford Coppola, Kurt Russel, Brad Pitt e Angelina Jolie, Kate Hudson, Drew Barrymore, Kyle MacLachlan, Sam Neill, Gerard Depardieu, Carol Bouquet.
Il cinema è inoltre ricchissimo di citazioni enoiche, a partire da due par excellence: lo champagne (Bollinger e Dom Pérignon) per James Bond – Agente 007 e il Montrachet in La finestra sul cortile (d’altra parte è noto che Sir Alfred Hitchcock, oltre a essere un goloso di prima forza, fosse anche un appassionato di vino con una cantina impressionante, in cui la Romanée-Conti era una presenza costante); senza dimenticare Woody Allen, che spesso nei suoi film usa il vino come status symbol: lo Château Margaux in Misterioso omicidio a Manhattan, l’Haut Brion in Midnight in Paris, il Puligny-Montrachet in Match Point.
Rassegna in itinere con film e incontri con ospiti e critici cinematografici per un percorso di “degustazione” tra cinema e vino, pensata per la parte di calendario tarda primavera/estate (metà giugno – metà settembre 2023).
Location: Esterno notte (Bergamo), Cascina Pèlesa di Castel Cerreto (Treviglio, BG), L’Eden d’Estate (Brescia), Arena estiva di San Felice Benaco (BS).
5. Numero speciale di Cineforum Rivista “Bergamo e Brescia – Capitale della Cultura 2023”
La città che inventa
«Cineforum Rivista», di cui FIC è editore dal 1961, è una delle più autorevoli pubblicazioni di settore edite in Italia e di prestigio internazionale. L’attuale piano editoriale si compone annualmente di 4 fascicoli trimestrali (marzo, giugno, settembre, dicembre). Ogni fascicolo consta di 130 pagine (con 1 sedicesimo a colori) e prevede: studi monografici sui film in uscita e sui temi più attuali del dibattito cinematografico, culturale e politico; analisi di autori, cinematografie, generi e tendenze emergenti; percorsi tematici nella storia del cinema; report da festival. Tra le rubriche fisse spicca “Paesaggi italiani”, che esamina aspetti del cinema italiano contemporaneo relativamente alla descrizione del territorio nel quale i film sono ambientati, delle sue atmosfere, dei suoi caratteri. Partendo dalla suggestione di “Paesaggi italiani”, si è pensato alla pubblicazione di un numero speciale extra (un fascicolo monografico di 146 pagine con 3 sedicesimi a colori) interamente dedicato all’analisi di luoghi, temi, protagonisti (autori, registi, attori, maestranze) del cinema tra Bergamo e Brescia: una testimonianza dell’oggi e un’importante eredità per il futuro. La presentazione del numero speciale si terrà nell’ambito del Convegno studi “Bergamo e Brescia: le città illuminate dal cinema” (Bergamo, 29-30 settembre 2023). Il numero sarà in distribuzione a partire da ottobre.
Un convegno studi in due giorni c/o Sala Galmozzi (Bergamo, 29-30 settembre 2023), con la presentazione del numero speciale di «Cineforum Rivista», panel, proiezioni e ospiti protagonisti del mondo del cinema che mette al centro il “saper fare” del settore audiovisivo, i set, le maestranze tra Bergamo e Brescia. Il cinema è prodotto dall’integrazione tra tecnologia, organizzazione produttiva d’impresa e ricerca espressivo/artistica. Questa complessità organica su cui si fonda la “macchina cinema” ne ha spinto la popolarità in termini assoluti nel corso del XX secolo e, sia pure in forme nuove e per diversi canali, continua a mantenerla alta. Protagoniste dello sviluppo industriale ma non per questo meno legate alla loro tradizione culturale e artistica, Bergamo e Brescia e i rispettivi territori, hanno fornito e continuano a fornire al cinema italiano e internazionale location efficaci e suggestive per decine di film, nei decenni a partire dagli anni ’40 del Novecento. A questo tema, sviluppato nelle sue varie articolazioni (luoghi, temi, protagonisti), FIC dedica il 34° Convegno Studi “Vedere e Studiare Cinema”.
La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.

Per Capitale Italiana della Cultura 2023, FIC – Federazione Italiana Cineforum è partner di AM!
In occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, l’Associazione Abbonamento Musei propone la tessera AM come strumento privilegiato per la partecipazione agli eventi del 2023, con particolare attenzione al pubblico residente e al pubblico di prossimità, obiettivo condiviso con FIC – Federazione Italiana Cineforum. AM sarà l’occasione per questo pubblico di accedere in maniera organica all’offerta culturale del 2023, integrando l’offerta museale con quella dello spettacolo dal vivo e degli eventi. AM diventa così un pass per conoscere e vivere gli eventi in programma.
Sei un abbonato a Cineforum Rivista o un tesserato di un circolo aderente alla FIC? Per te uno sconto dedicato di 5 euro sull’acquisto della tessera Abbonamento Musei Lombardia Valle D’Aosta (40 euro anziché 45 euro)*. Con la tessera accedi a tutti gli eventi del progetto “Cinema al cuore” e accumuli punti loyalty! Come? Basta inquadrare il QR code “Cinema al cuore” all’ingresso di ogni evento (biglietterie o punti di validazione). L’acquisto della tessera AM non è vincolante per l’accesso agli eventi di “Cinema al cuore”, ma se scarichi l’app e inquadri il QR code ad ogni accesso, puoi raccogliere punti e ottenere benefit! Tra i premi della campagna loyalty AM, FIC mette in palio 35 abbonamenti in formato digitale .pdf (valore 24 euro/cad.) e 15 abbonamenti cartacei (valore 40 euro/cad.).
L’app di AM sta arrivando! Tutte le info qui https://abbonamentomusei.it/
*La tessera consente l’ingresso libero ogni volta che lo si desidera, per 365 giorni dalla data di acquisto, ai siti culturali aderenti al progetto (musei, siti archeologici, ville, giardini e castelli, collezioni permanenti e temporanee, e alle mostre in essi allestite). Basta quindi presentare la tessera alla biglietteria del museo per ottenere il titolo di entrata gratuito.